Stefano de Toni . la magia per un punto di vista insolito del nostro quotidiano

avveduti 2013 . nessuno è profeta in patria
rassegna artistica di 6 creativi del territorio spilimberghese

Stefano de Toni
dal 12 gennaio al 9 febbraio 2013 — Spilimbergo, PN, Ottica Visus di Vidotto Vania
a cura di chiara moro

 

La fotografia aerea tende a sottolineare l’importanza e la bellezza di un territorio dalle innate e uniche caratteristiche, sia culturali che paesaggistiche, racchiudendo in sé la magia per un punto di vista insolito del nostro quotidiano attraverso l’uso dei mezzi che la rivoluzione tecnologica, sempre più imperante, ci ha dato modo di creare. Appassionato di fotografia da quindici anni, Stefano De Toni ha avuto la sua massima evoluzione passando dall’analogico al digitale, nella ricerca di un percorso che unisse idealmente il proprio lavoro primario, nel campo elettronico, con la passione per la natura e la riproduzione fotografica. L’utilizzo di droni radiocomandati per la fotografia aerea a bassa quota ha aiutato a migliorare una tecnica frutto di scatti in sequenza e di una accurata post-elaborazione, nel creare prospettive che nessun altro aeromobile potrebbe realizzare, sia per questioni di mero movimento, sia per la quota difficilmente raggiungibile. Specializzato, per passione, in edifici storici, vecchi manieri, paesaggi e strutture inanimate, cattura particolari che da un punto di vista diverso riescono ad essere valorizzati in altra e più originale veste, ampliando il suo già vasto repertorio di nuove e accattivanti viste aeree.

 
Da quando l’uomo ha cominciato a muovere i suoi passi su questo pianeta, l’orizzonte che separa le cose vicine e terrene dagli inaccessibili mondi ultraterreni è stato lo sfondo di tutte le sue attività.
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Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.
(Baudelaire)
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Cirri, altostrati, cumulonembi, scie di condensazione, cumuli mammati.
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Leonardo progettò per anni le sue macchine volanti.
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Nel 1960 il primo satellite meteorologico della NASA produceva confuse immagini in bianco e nero da ricomporre a tavolino sotto forma di mosaici di fotografie.
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A milioni di anni luce da noi accadono eventi di spaventosa violenza.
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Il cielo ha sponsorizzato sogni con la traccia improvvisa di una stella cadente.
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Il cielo non esiste.
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Burrasca, tempesta, fortunale, mareggiata, uragano, ciclone.
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Come una balena che vola senza peso nell’aria, spaventosa a vedersi, eppure buona. (Dino Buzzati)
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Ho tenuto questo filo improbabile, vegliare, il cuore oscuro, vegliare perfino invecchiare. (Jean-Pierre Abraham)
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Cumulus humilis, annunciatrici di bel tempo.
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La tempesta: Shakespeare una commedia, Vivaldi un concerto, Verga nei suoi Malavoglia, Melville nel suo Moby Dick.
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Nelle stanze del tempo spicco il volo. (Alain-Fournier)
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E verso l’interno qualche nuvola dal cielo che si butta giù. (Enrico Ruggeri)
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Dall’alto la terra è più seducente, dal cielo i punti di vista sono più sorprendenti.
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I voli di Dedalo e Icaro a Koensu, l’alato dio egizio, gli esperimenti del poliedrico Leonardo da Vinci, i decolli dell’ingegnere prussiano Otto Lilienthal e i costruttori di biciclette Orville e Wilburn Wright.
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Staccare i piedi dal suolo è sempre stato un atavico desiderio dell’uomo.
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Dietro le tempeste e le folgori, oggi, non vediamo più dèi iracondi e gelosi, ma un senso di smarrimento rimane, una sorta di vuoto che si colma soltanto quando la burrasca è passata.
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Nessuno ha idea di quanto viaggino le nuvole, di come il cielo sopra di noi sia un continuo incrociarsi di disegni incomprensibili, e di colori che possono gelare il sangue o bruciarlo in un attimo. Nessuno ha idea di come i cieli colorino i volti e gli sguardi, mentre le luci artificiali danno sempre la stessa immagine, rendono fisse le espressioni e persino gli stati d’animo.
(Roberto Cotroneo)
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La sterna artica compie ogni anno il periplo della terra tra artico e antartide.
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Fin dal mito di Icaro i più straordinari ingegni han cercato di salire in alto.
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Galileo Galilei guardava al cielo quando, con il suo cannocchiale, il 9 ottobre 1604, all’improvviso vide apparire la “stella nova”.
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Lui ho sentito, e di volo mi precipito qui. Ho uno scopo: dirti la bella primizia, e così farmi dare qualcosa, da te, acquistare per sempre favore. (Sofocle, Trachinie)
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La prima frase resterà per me la chiave di volta della magia, ‘Era una notte straordinaria’. Ogni volta che rileggo quella frase passa in me la stessa piccola scossa, quella di un bambino meravigliato dal respiro delle foreste. La magia funziona ancora oggi. Divento di nuovo lo stesso bambino meravigliato. (Pierre Vial, Rinascita)
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L’odissea di Ulisse è costellata di tempeste che rendono il cielo scuro come il piombo e scatenano i venti impetuosi dell’otre di Eolo.
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Non ci separano che sette o otto anni dal tempo in cui il giovane Proust piangeva lacrime di entusiasmo vedendo il primo aereo alzarsi nel cielo di Balbec. (Marguerite Yourcenar, Quoi? l’Èternité)
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Passa la pesante estate, poi l’autunno nebbioso. L’inverno non promette meglio.
 

ottica visus di vidotto vania
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