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dal 14febbraio al 10marzo 2012
a cura di Chiara Moro
La bellezza è nelle piccole cose, il senso negli spazi tra le cose. Se le cose sono piccole lo spazio tra esse è molto grande. Purtroppo non siamo capaci di leggere tra le righe.
Voi, lì fuori, perché non ridete?
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Consapevoli che l’immagine fotografica non costituisce una ripresa trasparente e oggettiva, tendiamo ad attribuirle una certa letteralità.
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L’arte ha sempre funzionato per allegorie e simbolismi. La fotografia, dalla sua nascita, ha introdotto un diverso sistema di segni, che snaturava – per la prima volta – la percezione della rappresentazione.
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Evidente analfabetizzazione visiva (per non dire culturale), dovuta all’instaurarsi di un sistema di valori incentrato esclusivamente sulla mobilità delle fasce sociali in un sistema della visibilità.
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“Dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna”.
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Sono proprio delle sottospecie di super eroi per quei bambini un po’ cresciuti che non possono più continuare a seguire i miti dell’adolescenza.
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“Invisibile come chiunque altro.”
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(Simone): Abbiamo cominciato a riflettere su questo tempo fa, ci chiedevamo come rappresentare l’impatto che in un dato periodo hanno gli idoli dei mezzi di comunicazione di massa sull’umore di un’epoca.
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“Non possiamo dare ne noi stessi ne ciò che ci appartiene per scontato.”
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(Niccolò): Le nostre foto sono come se fossero state prelevate da internet, ma già così. Volevamo creare un’immagine che fosse già evidentemente falsa.
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Al giorno d’oggi la comunicazione istituzionale raramente si affida a grafici con una certa esperienza.
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“Abbiamo tutti i motivi per muoverci. io mi muovo per tenere insieme le cose.”
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“Sepolte nelle tenebre delle tasche, le mani sono immobili.”
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..è nato il “dream team” dell’Apocalisse.
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Chi vorresti come vicino di casa se la fine del mondo dovesse davvero arrivare?
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Abbiniamo la speculazione mediatica costruita sulla leggenda di Bugarach (che sta dilagando soprattutto in internet) con le stardell’immaginario collettivo, alla stregua di Seagal, MacGyver e Walker.
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Il sindaco di Bugarach afferma di aver già preso accordi per mobilitare l’esercito francese in modo da cintare il villaggio.
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(Niccolò): Vorrei precisare che Chuck Norris è più propenso ai calci rotanti che ai pugni.
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(Simone): I personaggi che compaiono sono una riflessione sulla retorica dell’immagine: abbiamo ripreso la posizione del sindaco e confrontata con quella di figure che compaiono con frequenza nell’immaginario. Ci siamo divertiti, a quel punto, a fornire delle valide alternative nel caso la montagna magica dovesse fare cilecca: Chuck Norris che con un pugno allontana uno sciame di meteoriti…(abbiamo anche Marzullo).
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Bugarach, villaggio francese, sembra essere uno dei posti che si salveranno dalla fine del mondo. Il sindaco, fiero, è il nuovo eroe del quotidiano.