Sweet sixteen
opere e testo di Pierpaolo Febbo
2020  

Quale età è più dolce dell’adolescenza?
In questo progetto, come spesso, d’altronde, nel mio percorso artistico, ho affrontato il tema della malinconia, legata al dolce ricordo dell’adolescenza. Mi è sempre piaciuto lavorare sulla poetica dei luoghi e delle cose legati all’esperienza personale e collettiva. In questo caso luoghi e cose legati al tempo della giovinezza. Le due Polaroid rappresentano dei luoghi cristallizzati, tangibili, estranei a qualsiasi rappresentazione grafica, reali, dei luoghi fisici per l’appunto, vissuti e consumati.
Il collage con le montagne e il camoscio e il disegno del lago a pennarello sono invece rappresentazione di luoghi più spirituali, in cui la vita si è consumata e ha prodotto tasselli importanti per l’esistere, luoghi in cui è determinante l’incontro con la natura.
La cassetta, infine, centrale nella composizione, rappresenta un luogo assolutamente interiore, il luogo della musica, dell’astrazione dei pensieri, evocatore di altri luoghi: il soffitto di una stanza contemplato stando stessi a letto, un’automobile, la casa di una persona cara alla quale si è preparato una compilation dedicata. La data impressa sulla cassetta è un dato autobiografico (l’abbandono di casa da parte di mio padre), determinante per gli sviluppi futuri della mia persona, adolescenziali in primis.