avveduti 2012

“avveduti” si presenta come un esperimento di collocazione di forme artistiche contemporanee fuori dai circuiti tradizionali, una rassegna nella quale i singoli creativi non hanno una connessione unica e limitante con lo spazio espositivo. L’evento dà forma a livelli diversificati di utilizzo dello spazio stesso, poiché fruire dell’esercizio pubblico non implicherà necessariamente la visione della mostra e, allo stesso modo, entrare in contatto con le opere non necessiterà di un’interazione commerciale con la sede espositiva.
La volontà è quella di inserire i progetti, in maniera non invasiva, in un ambito di carattere commerciale, in modo che la visione e la fruizione siano autonome rispetto alle attività quotidiane del negozio, che ospita l’evento. Questa operazione trasforma di fatto il pubblico di “non addetti ai lavori” in parte integrante dell’esposizione e l’esercente stesso in un medium culturale, riconoscendo un valore aggiunto alla sua attività, nella scelta di coinvolgere fotografi, pittori, videomaker e creativi all’interno del proprio spazio.
La mostra intende evidenziare la capacità di cambiamento esercitabile dal cittadino tramite la modalità di fruizione del prodotto culturale. Questo porterà per sei mesi ad una continua e mutevole convivenza tra l’aspetto artistico e quello lavorativo. Rimanendo entrambi indipendenti, saranno allo stesso tempo reciprocamente coinvolti in un continuo mutamento dei significati dello spazio, nel succedersi mensile delle opere, creando, per il pubblico, una costante modificazione della percezione della sede stessa.
Un tentativo, insomma, di ristabilire un legame giocoso e quotidiano tra l’arte contemporanea e la società nelle sue attività più basilari, sulla scia della tendenza mondiale che vuole l’abbandono delle gallerie in favore della collocazione dei progetti artistici più a stretto contatto con la vita reale della città. Un voler quindi diffondere l’arte nel contesto urbano e in spazi inediti, offrendo la possibilità di un contatto sempre più diretto tra pubblico e idee.

dal 18 gennaio al 11 febbraio . Giulia Gasparini
dal 14 febbraio al 10 marzo . XXXXXXXXXXXXXX&XXXXXXXXXXXXXX
dal 13 marzo al 07 aprile . Paola Giacomuzzi
dal 10 aprile al 05 maggio . Barbablu Film
dal 08 maggio al 02 giugno . Marta Lorenzon
dal 05 giugno2012 al 30 giugno . Giulia Rioda

Giulia Rioda . connessioni

GIULIA RIODA
dal 05giugno2012 al 30giugno 2012
a cura di Chiara Moro

Connessioni vuole esplorare le possibilità del make-up al di fuori del suo ambito usuale. Il viso diventa tela per una forma d’arte che non si limita più a ricoprire un supporto, ma lo segue e si adatta ad esso, cercando allo stesso tempo un collegamento con il mondo esterno. Ogni trucco non rappresenta qualcosa di preciso o un oggetto particolare, ma è raffigurazione astratta di un’immagine nel suo insieme.

Non c’è blu senza il giallo e senza l’arancione
_
Non essere gelosa del sole che dipinge il cielo per te.
_

“Ma come! Non avete vetri colorati? vetri rosa, rossi, azzurri, vetri magici, vetri paradisiaci? Spudorato! avete la sfrontatezza di girare per i quartieri poveri, e non avete nemmeno vetri che fanno vedere la vita in bellezza!”

_
I colori sono i veri abitanti dello spazio. La linea non fa che viaggiarvi attraverso e percorrerlo; essa passa soltanto
_
La sfumatura sola accoppia il sogno al sogno e il flauto al corno.
_
Credo che il metodo più sicuro per giudicare un quadro sia quello di non riconoscervi, in principio, nulla.
_
Il disegno e il colore non sono affatto distinti. Man mano che si dipinge, si disegna. Più il colore diventa armonioso, più il disegno si fa preciso.
_
Si dovrebbe provare simpatia per il colore, la bellezza, la gioia di vivere. Quanto meno si parla dei mali della vita, tanto meglio è.
_
“Hai gli occhi mutati di uno strano colore” “È perchè i miei occhi vedono il tuo viso strano.”
_
A guardarlo non lo vedi.
_
Il colore come da noi è percepito è una funzione di tre variabili indipendenti; io credo che almeno tre siano sufficienti credo, ma il tempo mostrerà se avrò avuto ragione.
_
Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione.
_

“C’era una stella sola e limpida nel cielo colore di rose, un battello lanciò un addio sconsolato, e sentii in gola il nodo gordiano di tutti gli amori che avrebbero potuto essere e non erano stati.”

_
Agitare appena le foglie di tè, di modo che l’acqua bollente ne assuma lieve il colore.
_
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo.
_
Il colore del vento.
_
Guardate il sorriso, guardate il colore.
_
Fantastica ed irreale sensazione ricolma di risonanze arcane.
_
Ho sognato nella mia vita, sogni che sono rimasti sempre con me, e che hanno cambiato le mie ide; son passati attraverso il tempo ed attraverso di me, come il vino attraverso l’acqua, ed hanno alterato il colore della mia mente.
_
Ogni colore che noi vediamo nasce dall’influenza del suo vicino.
_
Quando non c’è energia non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita.
_
Il colore in determinati posti ha il grande pregio di far sembrare più energici i profili e i piani strutturali.
_
Non si è soliti colorare i piedi dell’albero di bianco. La forza della corteccia scaturisce dal profondo del colore.
_
Quando lavoro, con i miei pennelli, non penso ad applicare un trucco, ma a impreziosire il volto con le sue caratteristiche secondo la personalità e lo stato d’animo del soggetto.

Posted by admin in avveduti 2012

Marta Lorenzon . Alice

MARTA LORENZON
dal 08maggio al 02 giugno 2012
a cura di Chiara Moro

Il progetto proposto consiste in una serie d’illustrazioni raffiguranti Alice nel suo Paese delle meraviglie. Il taglio – o forse sarebbe opportuno parlare di “punto di Vista” – è atipico: il “viaggio” di Alice, dove l’Io si perde e dove non esiste alcuna regola se non quella della “metamorfosi”, non avviene in una realtà onirica o fantastica bensì nel nostro mondo quotidiano, tra le situazioni di ogni giorno; vissute attraverso i grandi occhi di un bambina prossima all’adolescenza.

“Al nereggiar dell’alba – nel lor giardino, in fretta,
tagliavano un pasticcio – l’ostrica e la civetta.”
_
Bisognava ora mangiare i confetti; cosa che cagionò un po’ di rumore e di confusione, perché gli uccelli grandi si lagnavano che non avevano potuto assaporarli, e i piccoli, avendoli inghiottiti d’un colpo, corsero il rischio di strozzarsi e si dovette picchiarli sulla schiena.
_
– Bagnata come un pulcino, – rispose Alice afflitta, – mi sembra che il tuo racconto secchi, ma non asciughi affatto.
_
Era tempo d’uscire, perché lo stagno si popolava di uccelli e d’altri animali cadutivisi dentro: un’anitra, un Dronte, un Lori, un Aquilotto, ed altre bestie curiose. Alice si mise alla loro testa e tutti la seguirono alla riva.
_
La vispa Teresa
avea su una fetta
di pane sorpresa
gentile cornetta;
e tutta giuliva
a chiunque l’udiva
gridava a distesa:
– L’ho intesa, l’ho intesa! –
_
– Ti dovresti vergognare, – si disse Alice, – figurarsi, una ragazzona come te (e davvero lo poteva dire allora) mettersi a piangere. Smetti, ti dico! –
_
Che curiosa impressione! – disse Alice, – mi sembra di contrarmi come un cannocchiale!
_
Subito Alice pensò che la chiavetta appartenesse a una di quelle porte; ma oimè! o le toppe erano troppo grandi, o la chiavetta era troppo piccola.
_
A un tratto si trovò accanto a un tavolinetto, tutto di solido cristallo, a tre piedi: sul tavolinetto c’era una chiavetta d’oro.
_

“Lewis Carroll, quest’uomo che non avrebbe mai scritto il mirabile Alice se non avesse avuto il difficile privilegio di assistere alla catastrofe delle parole.”

_
Ora, qui, per restare nello stesso posto, deve correre più velocemente che puoi. Se vuoi arrivare da qualche parte, devi correre due volte più veloce. (Alice attraverso lo specchio)
_
«Se viceversa,» continuò Tweedledee, «così fosse, potrebbe essere; e se così non fosse, sarebbe; ma dato che non è, non si dà. È logico.»
_

“Sono in quella fase della vita in cui, non essndo più solo miope, ma anche presbite, e non volendo andare in giro con una bottega d’ottico con me, sono sempre indeciso fra portare gli occhiali da miope e strizzare gli occhi per vedere meglio, e stare senza lenti e sentirmi poco dopo nella nebbia.”

_
Sei capace a fare le somme?» chiese la Regina Bianca. «Quanto fa uno più uno più uno più uno più uno più uno più uno più uno più uno più uno?»
«Non so», rispose Alice. «Ho perso il conto.»
_
Quando uso una parola», Humpty Dumpty disse in tono piuttosto sdegnato, «essa significa esattamente quello che voglio – né di più né di meno.»
«La domanda è», rispose Alice, «se si può fare in modo che le parole abbiano tanti significati diversi.»
«La domanda è,» replicò Humpty Dumpty, «chi è che comanda – tutto qui.»
_
Alice rise: «È inutile che ci provi», disse; «non si può credere a una cosa impossibile.»
«Oserei dire che non ti sei allenata molto», ribatté la Regina.
«Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno.
A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.»
_
http://undo.net/it/mostra/139346
_
Aveva una o due volte data un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure, – e a che serve un libro, pensò Alice, – senza dialoghi né figure?
_
Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far niente.
_
Alice,  molto annoiata dallo studio e dalle regole che le vengono imposte, vede un giorno sbucare dallo schermo del suo computer un coniglio bianco.

Posted by admin in avveduti 2012

Barbablu Film . l’acqua della vita

BARBABLU FILM
dal 10aprile al 05maggio 2012
a cura di Chiara Moro

Br: Ehi, tu, dimmi delle acque del tuo pianeta.
Bl: Qui non c’è acqua ma soltanto roccia, roccia e non acqua.
Br: Neanche una goccia di pioggia? Una pozza, una sorgente? Suono d’acqua almeno?
Bl: Qui c’è solo secco sterile tuono senza pioggia.
Br: Se vi fosse acqua ci fermeremmo a bere.
Bl: Nessuno ha mai bevuto l’acqua della vita.
Br: Sento una voce gioiosa cantare laggiù. Qualcuno deve aver trovato l’acqua.

Radici dall’acqua, live riaffiorare, sottile azzurra presenza.
_
Nella pozza.
_
Il sapere assomiglia all’acqua di mare. Tanta piu se ne beve, tanta piu se ne ha sete.
_
“Mi piacerebbe conoscere il direttore d’orchestra dei temporali. Maneggia la macchina dell’acqua a una tale velocità! Dal frastuono delle cateratte al mormorio delle fontane.”
_
In acqua non ero costretto a parlare con nessuno ma solo a nuotare. Per anni l’acqua è stata il mio rifugio, poi è diventata la mia prigione.
_
Muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta verità.
_
http://vimeo.com/41066852
_
Devo ricordare di comprarmi l’acqua, la terra, l’aria e il fuoco.
_
Minuscole onde circolari posavano l’acqua del lago sulla riva, come spedite, li, da lontano.
_
“Rivedevo lo stesso oceano con le stesse onde, sempre immenso, triste e mugghiante su quegli scogli.”
_
Fece qualche giornata di cattivo tempo che passai nella mia stanza ad ascoltare la pioggia mentre cadeva sulle tegole di ardesia.
_
“Coperti dalla sabbia sporgevano scarpe vecchie, ma non del tutto consumate, e sempre singole, spaiate, come se dall’altra parte del mare vivessero ciclopi monopiedi.”
_
Sento il mormorio della pioggia, io sussurro un segreto per entrarvi dentro.
_
Il mare è un muro, sento i gabbiani gridare, accennano un saluto.
_
Vento grande e lento, dalla biblioteca del mare, qui io posso riposare.
_
Silenzio color cenere, passa il gigante azzurro, fredda brezza dal mare.
_
Uno fregio di nuvole fece scendere un’ombra sul paese , e un vento impetuoso spianò i prati che volavano oltre gli ulivi e le distese di rosa e di malva.
_
Nubi discesero a seppellire gli edifici sull’acqua, e l’acqua era muta.
_
Le nuvole sono polmoni di luce.
_
Quella notte la luna andava alla deriva sullo stagno, trasformando l’acqua in latte.
_
“Ci guadagno il colore del grano.”

Posted by admin in avveduti 2012

Paola Giacomuzzi . ricerca sul colore

PAOLA GIACOMUZZI
dal 13marzo al 07aprile 2012
a cura di Chiara Moro

Questo lavoro nasce da una ricerca sul colore come elemento fondamentale e costruttivo dell’immagine. I 9 scatti sviluppano un percorso sui toni del blu, giallo, grigio, escludendo il rosso e indagando la profondità del nero. La luce irrompe nelle immagini talvolta come un lampo, talvolta come un abbraccio all’interno del quale prendono vita tutti gli elementi, organizzati secondo una precisa geometria costruttiva.

Il colore coinvolge con la stessa forza artisti, ma anche fisici, fisiologi, neuroscienziati, psicologi, perché il colore è luce, radiazione, energia, stimolo visivo ed emozionale.
_
“Dove mi poso prendo colore.”
_
Luce iridescente, grigiore madre-perlato, visione fra sogno e realtà.
_
Spargere un po’ di luce sui principii generali della variazione.
_In una immagine disegnata, dipinta o fotografata, la luce costituisce un mezzo espressivo di grande efficacia.
_
Vi è una grande varietà di meccanismi diversi per produrre il colore.
_
In natura la luce può essere prodotta già colorata.
_
In generale, miscelando tre soli colori di base, si possono ottenere delle sensazioni cromatiche equivalenti a molti altri colori.
_
È esperienza comune che gli oggetti si presentano per lo più con un colore ben definito.
_
Luci e colori svolgono un ruolo centrale nel modificare la percezione di uno spazio o di un oggetto.
_
Elementi di Grafica Digitale
_
Costruire // dal latino costruĕre, composto da con- e struĕre ovvero ammassare.
_
Il futuro dei colori sembra orientarsi verso un atteggiamento più rispettoso del pianeta.
_
Raggi visuali.
_
Geometria // dal greco antico γεωμετρία, composto dal prefisso geo che rimanda alla parola γή = “terra” e μετρία, metria = “misura”, tradotto quindi letteralmente come misurazione della terra.
_
La base del cono ottico (il cerchio visivo) è determinato dall’intersezione dei raggi visuali con il quadro.
_
Il colore può essere interpretato in diversi modi: come elemento puro e astratto, come fenomeno legato alla materia oppure come strumento capace di evocare atmosfere.
_
Geometria Solida Costruttiva (CSG).
_
I colori attraverso la loro evidente visibilità e i netti contrasti sono efficaci mezzi comunicativi.
_
Oggetti reali e virtuali possono essere rappresentati da solidi elementari.
_
Punto di vista (PV): punto dove si immagina l’occhio dell’osservatore.

Posted by admin in avveduti 2012

XXXXXX&XXXXXX . leggere tra le righe

XXXXXXXXXXXXXX&XXXXXXXXXXXXXX
dal 14febbraio al 10marzo 2012
a cura di Chiara Moro

La bellezza è nelle piccole cose, il senso negli spazi tra le cose. Se le cose sono piccole lo spazio tra esse è molto grande. Purtroppo non siamo capaci di leggere tra le righe.

Voi, lì fuori, perché non ridete?
_
Consapevoli che l’immagine fotografica non costituisce una ripresa trasparente e oggettiva, tendiamo ad attribuirle una certa letteralità.
_
L’arte ha sempre funzionato per allegorie e simbolismi. La fotografia, dalla sua nascita, ha introdotto un diverso sistema di segni, che snaturava – per la prima volta – la percezione della rappresentazione.
_

Evidente analfabetizzazione visiva (per non dire culturale), dovuta all’instaurarsi di un sistema di valori incentrato esclusivamente sulla mobilità delle fasce sociali in un sistema della visibilità.
_

“Dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna”.
_
Sono proprio delle sottospecie di super eroi per quei bambini un po’ cresciuti che non possono più continuare a seguire i miti dell’adolescenza.
_
“Invisibile come chiunque altro.”
_
(Simone): Abbiamo cominciato a riflettere su questo tempo fa, ci chiedevamo come rappresentare l’impatto che in un dato periodo hanno gli idoli dei mezzi di comunicazione di massa sull’umore di un’epoca.
_
“Non possiamo dare ne noi stessi ne ciò che ci appartiene per scontato.”
_
(Niccolò): Le nostre foto sono come se fossero state prelevate da internet, ma già così. Volevamo creare un’immagine che fosse già evidentemente falsa.
_
Al giorno d’oggi la comunicazione istituzionale raramente si affida a grafici con una certa esperienza.
_
“Abbiamo tutti i motivi per muoverci. io mi muovo per tenere insieme le cose.”
_
“Sepolte nelle tenebre delle tasche, le mani sono immobili.”
_
..è nato il “dream team” dell’Apocalisse.
_
Chi vorresti come vicino di casa se la fine del mondo dovesse davvero arrivare?
_
Abbiniamo la speculazione mediatica costruita sulla leggenda di Bugarach (che sta dilagando soprattutto in internet) con le stardell’immaginario collettivo, alla stregua di SeagalMacGyver Walker.
_
Il sindaco di Bugarach afferma di aver già preso accordi per mobilitare l’esercito francese in modo da cintare il villaggio.
_
(Niccolò): Vorrei precisare che Chuck Norris è più propenso ai calci rotanti che ai pugni.
_
(Simone): I personaggi che compaiono sono una riflessione sulla retorica dell’immagine: abbiamo ripreso la posizione del sindaco e confrontata con quella di figure che compaiono con frequenza nell’immaginario. Ci siamo divertiti, a quel punto, a fornire delle valide alternative nel caso la montagna magica dovesse fare cilecca: Chuck Norris che con un pugno allontana uno sciame di meteoriti…(abbiamo anche Marzullo).
_
Bugarach, villaggio francese, sembra essere uno dei posti che si salveranno dalla fine del mondo. Il sindaco, fiero, è il nuovo eroe del quotidiano.

Posted by admin in avveduti 2012

Giulia Gasparini . fotografia, esperienza e cronaca di un luogo

GIULIA GASPARINI
dal 18gennaio al 11febbraio 2012
a cura di Chiara Moro

Non abbastanza consapevole per “fare l’artista”, ma ci tenta come può con la fotografia, per lei esperienza e cronaca di un luogo, momento di studio e perdita ma soprattutto un grande punto di domanda.

Una persona è scomparsa. Che se la sia inghiottita il mare? Forse se l’è inghiottita il bar. Girava di qui calciando un pallone rosa. Se ne cercano i resti. I cani fiutano. Qualcuno sicuramente sa, ma non sa che dire. Una pittrice inglese, a caccia di ispirazione, passa qui tutte le sere e crede di aver visto qualcosa. Un ultimo mercante ambulante cerca un improbabile affare. Un uomo curioso scava buche nella sabbia per riportare alla luce piccoli tesori. Resti umani, resti urbani, resti di notizia, resti come traccia. Ecco cosa rimane: un luogo in letargo e il passaggio di coloro che cercano.

Mirando e rimirando, pensai poco al bene che la vista mi recava.
_
Saremo simili a questo detrito.
_
Sono uno di quei derelitti condannati all’eterno riso ma incapaci di sorridere.
_
Non si possono scoprire nuove terre senza accettare di perdere di vista la spiaggia per molto tempo.
_
“Questi appunti sono al tempo stesso il mio ripiegarmi e il mio dispiegarmi, il mio fallimento e il mio aggiornamento. In mancanza di una parola certa, scrivo per mettere insieme tutte le mie voci”.
_
Teresa in due metà, che colpisce le due facce del suo specchio cieco.
_
Con il suo viso, i suoi abiti, i suoi gesti, con sì pochi elementi ho rifatto la storia di quella donna o, piuttosto, la sua leggenda, e qualche volta la racconto a me stesso, piangendo.
_
Frammenti di piatti rotti usati per riempire le caselle nel muro.
_
Pezzi di stella, pezzi di costellazione
Pezzi d’amore eterno, pezzi di stagione
Pezzi di ceramica, pezzi di vetro
Pezzi di occhi che si guardano indietro
Pezzi di carne, pezzi di carbone
Pezzi di sorriso, pezzi di canzone
Pezzi di parola, pezzi di Parlamento
Pezzi di pioggia, pezzi di fuoco spento
Ognuno è fabbro della sua sconfitta
E ognuno merita il suo destino
_
Lapilli ed intemperanze: distanze.
_
Presi un pugno di sabbia e glielo porsi, scioccamente chiedendo un anno di vita per ogni granello; mi scordai di chiedere che fossero anni di giovinezza.
_
È bene quando il mare rumoreggia molto vicino, è bene quando le navi si toccano con i fianchi ingrossati, quando piove e il vento vola coi capelli sciolti –
allora anche l’uomo solo scoppia a ridere per qualcosa.
_
Come un rantolio di siepi violate dalla pioggia.
_
Di scarso valore souvenir, penne finite, radio senza pile e vestiti, vestiti come questa gonna buttata a terra.
_
Le ceneri delle passioni
Promemoria per errori scordati
_
Tronchi anneriti attorno a case dirute.
_
Una nebbia ha distrutto così morbidamente il mondo, alberi esangui si disfanno in fumo, galleggiano ombre dove senti grida, insetti ardenti dispaiono in un soffio.
_
Qualcuno sicuramente sa, ma non sa che dire.

Posted by admin in avveduti 2012